ARTICOLI SUI GIORNALI: "Il Tocco del Maestro"

Come diventare consapevoli attraverso il massaggio, entrando in contatto col dolore e la paura per poi lasciarli andare.

di Shuny R. Deretta

Il paziente? Ogni approccio medico lo tratta in modo diverso. Di certo la terapia olistica si pone di fronte a chi soffre in maniera totalmente diversa rispetto a quella tradizionale. Non più un rapporto basato sull'intento di sconfiggere il male o vincere la malattia, ma un incontro per dare energia allo star bene e infondere il convincimento che non è necessario ammalarsi. Naturalmente tutto ciò è passibile di variazioni e sfumature, tenendo soprattutto conto delle molteplici tecniche disponibili e che oggi sono rifiorite. Uso il termine rifiorire, fiorire di nuovo, nel senso che tutte le tecniche corpo/mente tanto in auge, in realtà tornano ad affrontare il problema della salute richiamandosi, chi più chi meno, a scuole di pensiero e di terapia del passato, a volte risalenti a millenni fa.

UN PASSO INDIETRO

All'origine di ogni tecnica di massaggio profondo - l'esempio mi viene spontaneo, essendo io un terapista di Rebalancing - c'è il Chua k'a, sviluppato qualche millennio fa dagli antichi Mongoli Samurai. Questi hanno condotto uno studio molto attento su ciò che oggi chiameremmo psicosomatica, arrivando a valutare che le parti del corpo sono sede di blocchi energetici e di tensioni dovute a diversi tipi di paura. Intuirono che il corpo ha una memoria degli eventi penosi, psichici o fisici, capitati; e questa memoria ha sede non nel cervello, ma nelle diverse parti dell'organismo. La scoperta cadde nel dimenticatoio per lungo tempo, per poi essere riscoperta solo nel ventesimo secolo grazie a Wilhelm Reich, Alexander Lowen ed altri. 1 Samurai della Mongolia ritenevano che dopo ogni fase acuta la memoria del dolore è rimossa, e con- temporaneamente la parte che duole viene isolata: intorno a questa zona i muscoli non si muovono o, se lo fanno, è con il minimo movimento possibile. Un trattenersi, per non sentire dolore o dimenticarlo, che modificherà l'atteggiamento naturale ed equilibrato del corpo. Ecco come il dolore fisico si riflette sulla psiche e viceversa. Quando si lavora sul corpo seguendo i concetti del Chua k'a occorre tenere presente il modo di porsi dei Mongoli Samurai nei confronti del concetto di energia e corpo umano. Credevano all'esistenza di un'energia capace di pervadere ogni cosa, il Kath: tutte le volte che siamo in tensione o proviamo paura e ci contraiamo, scateniamo un blocco dentro di noi che impedisce o limita l'energia nel suo naturale fluire. Lo yoga chiama questa energia Prana, lo Zen di Lao Tzu Tao.

MASSAGGIO CON SENTIMENTO

Nell'effettuare un massaggio, seguendo il principio del Chua k'a, ogni momento della terapia è un tentativo di riconnettere il corpo con il Kath, con l'energia. Questa nuova riconnessione, il rinnovato fluire energetico è la vera e propria guarigione. Principi che possono essere applicati a qualsiasi tecnica di massaggio, è però d'obbligo che ogni movimento sia fatto con sentimento e con attitudine riverente. Gli antichi Mongoli lo esprimevano dicendo: "Questo non è il tuo corpo, non l'hai fatto tu. Esso è il Corpo Umano". Insomma un senso di riverenza che viene dal riconoscere il corpo come un mezzo da utilizzare nel Cammino (la sede che la nostra anima usa in questa vita nel suo processo evolutivo). A causa del nostro Karma (la legge universale di causa/effetto) ci siamo allontanati dal Cammino, recando quindi danno anche al nostro fisico. E' questa la ragione per cui i Mongoli - ma non solo loro - sono certi che occorra correggere i nostri errori apportando consapevolezza. Consapevolezza è diventata oggigiorno una parola chiave: essere consapevoli del proprio corpo significa avere il coraggio di sentire di entrare in contatto col dolore e le differenti paure e quindi essere in grado di passarci attraverso e lasciarle andare. Ogni parte dei corpo conserva un particolare aspetto di paura e la più recente è sempre la peggiore in quanto si accumula alle precedenti. Le aree per le quali pensiamo di non avere problemi sono invece quelle dove il blocco energetico è totale. Lì la tensione è cresciuta a tal punto che la coscienza è in capace di passare. Quando praticate un massaggio fatelo con la profonda consapevolezza dell'energia Kath. Lasciate che le vostre mani chiamino e attraggano l'energia nella zona che state trattando: mani in armonia con l'energia, che sanno cosa fare, lasciatele lavorare! Il massaggio col metodo del Chua K'a, eseguito correttamente, risulta sempre piacevole, un piacere al confine col dolore. Ma attenzione, se diventa doloroso allora il corpo assorbirà nuove paure, per cui non allontanatevi mai dalla sensazione di piacere. I Samurai sentenziavano: "se stai godendo del Chua k'a, questo è il segno che è fatto correttamente ".


(Articolo apparso su AAM Terranuova - febbraio '98)